Fondazione Valore Lavoro

Metamorfosi. I cambiamenti nella società italiana in prospettiva storica indagati attraverso la pratica della storia orale 6 marzo 2024

Metamorfosi. I cambiamenti nella società italiana in prospettiva storica indagati attraverso la pratica della storia orale.

Mercoledì 6 marzo alle ore 14:30 presso nell’aula Altana dell’Università di Firenze, dipartimento FORLILPSI, via Laura 48

Alessandro Portelli, uno dei pionieri della storia orale nel nostro paese, nel corso del tempo ha dedicato diversi lavori a Terni e alle sue storiche acciaierie, scrivendo quasi una lunga e composita “biografia della città”, come recitava un suo libro del 1985 uscito con Einaudi. Ha ripreso poi dopo molti anni, dall’inizio del nuovo secolo, a narrare di come stavano cambiando il lavoro industriale, la società locale, l’identità di classe di fronte alla crisi della siderurgia, alla deindustrializzazione, alla globalizzazione, con diversi volumi usciti per Donzelli. L’ultimo, pubblicato da poco, è dedicato alla cesura che nella cultura locale e nella sua rappresentazione politica ha comportato il passaggio ad un’amministrazione di destra, di pittoresca volgarità ma di preoccupante violenza verbale, quasi un laboratorio per una città come Terni in un’area e in una regione tradizionalmente “rosse”.  Il 6 marzo a Firenze ci sarà una discussione sul volume “Dal rosso al nero. La svolta a destra di una città operaia”.

Dopo l’introduzione all’incontro di Stefano Bartolini (Fondazione Valore Lavoro-Centro di documentazione archivio storico CGIL Toscana) interverranno nella discussione:
Maurizio Brotini (CGIL Toscana)
Pietro Causarano (Università di Firenze-Amici di Passato e Presente)
Giovanni Contini (Istituto Resistenza Pistoia-Associazione italiana di storia orale)
Federico Del Giudice (Università di Pisa-Società italiana di storia del lavoro)
Gianfranco Francese (IRES Toscana)
Stefano Gallo (CNR ISMED- Biblioteca Franco Serantini ISSORECO)
Monica Pacini (Università di Firenze, corso storia di genere)
Roberto Passini (rivista Il Ponte)
Alessandra Pescarolo (Società italiana delle storiche)
Mariamargherita Scotti (Istituto Ernesto De Martino)
Bruno Settis (Scuola normale superiore-rivista Italia contemporanea)
Gregorio Sorgonà (Scuola normale superiore)
Dal sito dell’editore:
Cosa è successo alla classe operaia nel nostro paese? Perché non è più la sinistra il suo «naturale» punto di riferimento e sempre più spesso il suo orizzonte politico si tinge di nero? Alessandro Portelli indaga questa vera e propria «mutazione antropologica» andando sul campo di una realtà emblematica, raccogliendo decine di storie e testimonianze di una città storicamente rossa, sede di una delle industrie più rilevanti del nostro territorio, con una lunga tradizione di scioperi e battaglie operaie, che decide di allontanarsi dalla sua storia e passare «dall’altra parte», consegnandosi prima nelle mani di un’amministrazione di estrema destra e, cinque anni dopo, di un tycoon di provincia che aspira ad essere il nuovo Berlusconi. La città è Terni, a cui Portelli ha dedicato decenni di ricerche nell’ambito della storia orale, intervistando centinaia di persone, studiandone l’anima più profonda; in queste pagine prova ora a tracciarne l’itinerario degli ultimi dieci anni, «dal rosso al nero». Terni è stata la prima città importante fuori del Nord a scegliere un’amministrazione leghista, ma anche la prima a sconfiggere in modo inopinato una coalizione di destra guidata da Fratelli d’Italia che sembrava destinata a un facile trionfo: in questo senso, si configura come una sorta di laboratorio, in cui la storia nazionale si manifesta in forme più estreme e clamorose. Processi di deindustrializzazione, crisi della sinistra, disorientamento culturale e identitario, crisi ambientale e sanitaria – ma anche debolezza di una destra senza spessore, litigiosa, culturalmente inadeguata, campanilista ma sospinta al potere da paure e insicurezze (criminalità, droga, immigrazione, revisionismo storico): la storia di questa città che invecchia, ma che ha perso il suo fulcro («Terni è una città che ha dichiarato guerra alla propria storia», denuncia uno degli intervistati) e fatica a immaginarsi un futuro, rischia di essere sempre di più la storia dell’intero paese.