Contributo pubblicazioni da parte del Ministero della cultura, 2024
Ai fini della trasparenza si rende noto che la Fondazione Valore Lavoro nel corso nel 2024 ha ottenuto un contributo di 2.662,57 € per la pubblicazione del libro di Andrea Vignozzi, Veleno in polvere. La vertenza amianto alla Breda di Pistoia, concesso attraverso l’annuale bando ministeriale, Circolare 68 del 28 novembre 2023.
Il riconoscimento del contributo
Contributo 2024 Ministero della cultura ai sensi dell’art. 8 legge 534/1996
Ai fini della trasparenza si rende noto che nel 2023 la Fondazione Valore Lavoro è risultata di nuovo beneficiaria di un contributo da parte del Ministero della cultura, Direzione generale educazione, ricerca e istituti culturali, nella tabella annuale per gli istituti culturali di 1 7.077,42 € finalizzato alla realizzazione delle attività culturali (ricerche, interventi su archivi, pubblicazioni, convegni e seminari, iniziative e attività di Public History)
Il decreto di riconoscimento delle risorse da parte del Ministero della cultura
Contributo per il funzionamento delle biblioteche non statali 2024
Ai fini della trasparenza si rende noto che la Fondazione Valore Lavoro nel 2024 ha ricevuto un contributo da parte del Ministero della cultura, Direzione generale biblioteche e diritto d’autore, di 2000 € finalizzati alla catalogazione dei propri record bibliografici sul Sistema bibliotecario nazionale (SBN).
La tabella con il riconoscimento delle risorse del Ministero della cultura
Rassegna Storie in conflitto – Primo appuntamento 20 dicembre #Repressione: l’uccisione di Ugo Schiano
La Fondazione Valore lavoro, insieme al circolo Arci di Porta al Borgo “Ho Chi Minh” e all’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia, promuove una nuova rassegna di cultura storica, dal taglio sociale e politico, Storie in conflitto.
Ogni appuntamento sarà guidato da una parola chiave, identificata con un #, rispetto alla quale verranno declinate una o più storie, spesso a partire da pubblicazioni.
Il primo appuntamento muove da una parola chiave di grande attualità, #Repressione, e sarà declinato attraverso la discussione del libro di Stefano Bartolini “Vogliamo quello che ci avete promesso”. Democrazia e conflitto sociale nel pistoiese dalla Liberazione all’uccisione di Ugo Schiano (1944-1948).
Interverranno insieme all’Autore:
Federico Oropallo, docente di scuola secondaria superiore
Brenda Fedi, università di Pisa
Emilio Bartolini, Istituto storico della Resistenza di Pistoia
L’appuntamento è per venerdì 20 dicembre alle ore 18:30 presso il circolo Arci di Porta al Borgo “Ho Chi Minh”, in via Dalmazia 33 a Pistoia.
A seguire apericena e poi concerto di Geri & Popy con brani del repertorio tradizionale di canzoni e canti di lotta del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici.
Le bandiere della pace delle Donne. Una storia dimenticata, Pistoia 26 novembre 2024
Le bandiere della pace delle Donne. Una storia dimenticata
La FVL è lieta di invitarvi all’iniziativa realizzata in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia e al Circolo ARCI “Ho Chi Minh”
Martedì 26 novembre alle ore 19:00
Presso il circolo ARCI “Ho Chi Minh”, via Dalmazia 33, Pistoia
Con a seguire aperitivo
Interventi di:
Stefano Bartolini, Direttore FVL e ISRPt
Martina Lopa, ricercatrice FVL
Le bandiere come è noto sono uno degli artefatti più classici. Per il movimento dei lavoratori – prima dell’avvento delle bandiere stampate e prodotte in serie negli anni Settanta del Novecento – si trattava spesso di un oggetto singolo, “La bandiera”, creato appositamente, simbolo identitario fortemente soggettivo di quella specifica organizzazione locale, di mestiere, di fabbrica ecc… e potente strumento comunicativo.
La bandiera della pace a strisce orizzontali con i colori dell’arcobaleno è oggi conosciuta globalmente. Meno note sono invece le bandiere della pace diretta espressione del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori italiano tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, nonostante la loro indubbia diffusione all’epoca. Si tratta di bandiere fatte “dal basso”, note agli storici e agli antropologi e a molti esponenti del mondo sindacale e dell’associazionismo femminile, ma pressoché sconosciute al grande pubblico. Cercandole su Internet non se ne trova quasi traccia. Ne sopravvivono numerosi esemplari, spesso conservati da archivi sindacali e associazionistici.
L’iniziativa cercherà di illustrare la storia di queste bandiere, dalle origini legate al movimento dei “Partigiani della pace” e all’attivismo pacifista dell’UDI alla loro diffusione e riadattamento anche come strumento di lotta sindacale, unendo insieme affermazione della soggettività e del protagonismo femminile a pratiche di resistenza quotidiana delle classi subalterne.
A marzo 2025, in collaborazione con altri soggetti culturali e sindacali, la FVL organizzerà a Firenze una mostra sulle bandiere della pace delle donne.
Presentazione Stefano Bartolini “Vogliamo quello che ci avete promesso”, Pistoia 23 ottobre 2024
Mercoledì 23 ottobre ore 16.30
Biblioteca San Giorgio, Auditorium Terzani
“Vogliamo quello che ci avete promesso” Democrazia e conflitto sociale nel pistoiese dalla Liberazione all’uccisione di Ugo Schiano (1944-1948), di Stefano Bartolini
Coordina Silvia Biagini, Presidente FVL
Saluti
Stefano Angelini,Segretario FIOM Firenze, Prato, Pistoia
Diego Giacomelli, RSU Hitachi
Daniele Gioffredi, Segretario CGIL Pistoia
Intervengono
Nicoletta Rolla, Presidente Società italiana di storia del lavoro
Francesco Sinopoli, Presidente Fondazione Di Vittorio
Stefano Bartolini, autore
Il 16 ottobre 1948, durante la “marcia della fame” che portò a Pistoia le famiglie della montagna impegnate in una dura lotta alla fabbrica SMI, la polizia aprì il fuoco sui dimostranti. A terra rimase, esanime, Ugo Schiano, operaio venticinquenne della fabbrica San Giorgio sceso in sciopero di solidarietà. Questo tragico evento segnò il termine della transizione nel secondo dopoguerra pistoiese, iniziata come nel resto d’Italia con grandi speranze di cambiamento e rinnovamento e conclusasi con la stabilizzazione del centrismo, che chiuse gli spazi alla conflittualità sociale, letta esclusivamente in chiave ideologica, finendo per negare gli elementi caratterizzanti della democrazia.
Il libro ripercorre quegli anni, ricostruendo la conflittualità sociale nei vari ambiti, dalle fabbriche alle campagne alle lotte delle donne e dei disoccupati, indagando il comportamento degli attori locali nella loro dialettica con le dinamiche nazionali e internazionali, per cercare di capire come fu possibile passare da un’opera di faticosa mediazione e confronto allo scontro aperto e frontale.
L’ultimo capitolo si sofferma sulla memoria di Ugo Schiano lungo la storia dell’Italia repubblicana, con una chiave di Public History tesa a capire i cambiamenti continui dei rapporti tra passato e presente.
Le “Bandiere della pace dimenticate”: la FVL alla 54° Conferenza dell’International Association of Labour History Institutions, Parigi
Dall’11 al 14 settembre presso Le Contemporaine all’Université Paris-Nanterre si terrà la 54° Conferenza dell’International Association of Labour History Institutions (IALHI) dal titolo Dealing with “activist artefacts” (products of the workers’ movement and social movements): Conservation, Valorisation, History (Gestire gli “artefatti attivisti” (prodotti del movimento operaio e dei movimenti sociali): Conservazione, Valorizzazione, Storia).
Il 12 settembre la Fondazione Valore Lavoro porterà il proprio contributo con una relazione a cura del suo Direttore Stefano Bartolini sulle “Bandiere della pace dimenticate” .
Le bandiere sono indiscutibilmente uno degli artefatti dell’attivismo più noti, fin da epoche remote. Per il movimento dei lavoratori – prima dell’avvento delle bandiere stampate e prodotte in serie negli anni Settanta del Novecento – si trattava spesso di un oggetto singolo, “La bandiera”, creato appositamente, simbolo identitario di quella specifica organizzazione locale, di mestiere, di fabbrica ecc… e strumento comunicativo.
In Italia la realizzazione delle bandiere era una delle peculiari forme dell’attivismo femminile. L’arte del ricamo era una specializzazione delle donne, le cui sapienti mani intessevano sulle bandiere simboli, scritte, frange. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta del XX secolo, sull’ondea del movimento dei Partigiani della pace, nel sindacato e nelle organizzazioni come l’Unione donne italiane (UDI), iniziarono a diffondersi le “bandiere della pace”.
Si trattava di bandiere diverse da quelle oggi comunemente conosciute: si componevano di scampoli, spesso quadrati o rettangolari, di diversi colori (multicolori), arricchite con scritte, firme delle donne, toponimi, nomi di organizzazioni sindacali, simboli del lavoro, slogan, colombe della pace, ecc… In almeno un caso è arrivato fino a noi anche uno striscione.
Oltre ad essere un simbolo dell’organizzazione che le aveva prodotte, venivano utilizzate durante scioperi e manifestazioni. Erano molto diffuse nel sindacato dei mezzadri (Federmezzadri) e issate sui pagliai durante la trebbiatura del grano. Essendo anche un simbolo di opposizione alla politica estera italiana atlantista costituivano un elemento di conflittualità e di antagonismo, la cui esibizione veniva repressa dalle autorità.
Oggi queste bandiere sono in gran parte dimenticate. Il pubblico, e gli stessi attivisti, non le conoscono, e credono che le uniche bandiere della pace esistite siano quelle arcobaleno. La ricerca storica non si è soffermata sul tema, se non sporadicamente. Non è dunque chiaro da dove nascessero, che eredità hanno lasciato, che rapporto c’è con quelle attuali. Una delle ipotesi è che i tanti colori rappresentassero lo spirito internazionalista. Numerose testimonianze orali, fonti fotografiche e a stampa, ne attestano tuttavia la grande diffusione all’epoca.
Molte sono sopravvissute, in un’emersione continua da cassetti, sgabuzzini, case. Alcune sono conservate all’Archivio nazionale della CGIL a Roma, altre nell’archivio della CGIL Toscana. Un censimento nella regione Toscana del 2007 ne enumera 11, a cui di recente se ne è aggiunta una nuova. Nella sola provincia di Siena se ne trovano a decine, di cui una esposta al pubblico nel museo “Stanze della memoria”.
È in corso un piccolo movimento di riscoperta di queste bandiere e delle loro storie (il plurale è obbligatorio), anche come conseguenza dei nuovi movimenti delle donne e dello scenario internazionale di nuovo dominato dalle guerre. A Siena l’Archivio dell’UDI nel 2024 ha realizzato un pregevole film documentario, Bandiere della pace (di Silvia Folchi e Antonio Bartoli) ricco di testimonianze orali (alcune anche di archivio), di immagini di repertorio e di bandiere, con la consulenza di storici locali ed in grado di restituire il senso e la complessità della loro storia.
La FVL e il Centro di documentazione archivio storico CGIL Toscana stanno lavorando alla progettazione di ricerche e iniziative su queste bandiere della pace “dimenticate” da svolgersi tra il 2024 e il 2025.
Rilasciato in open access LabOral. Storia orale, lavoro e Public History, primo numero della collana “A òpra”
La FVL è lieta di annunciare il rilascio in versione open access del primo numero della propria collana “A òpra. Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro”, dedicato alla storia orale del lavoro.
Potete scaricarlo gratuitamente seguendo questo link.
Abstract: La storia orale, con l’ascolto e i racconti delle persone, permette di indagare i fenomeni storici attraverso il punto di vista dei protagonisti, mettendo in primo piano la soggettività degli attori. Il valore euristico di questa metodologia per la storia del lavoro permette di illuminare zone sfuggenti e di meglio comprenderne le dinamiche interne: il rapporto tra il lavorare e l’organizzarsi; la professionalità e il nesso con i saperi e la conoscenza; la cultura; le identità; le dimensioni sociali e familiari; i diversi punti di vista generazionali e di genere. Nel solco di una lunga tradizione di studi, questo primo annale della FVL cerca di cogliere le linee di tendenza attuali e i diversi approcci, aprendo un confronto con la dimensione della Public History, nell’epoca dei social network e dei nuovi prodotti culturali.
Vi ricordiamo anche che è uscito il secondo numero della collana, Il lavoro fa la storia, a cura di Pietro Causarano.
I volumi della collana vengono rilasciati annualmente in versione open access successivamente all’uscita dell’ultimo Annale.
Pubblicato il secondo volume della collana FVL “A òpra”: Il lavoro fa la storia. Scenari fiorentini tra XX e XXI secolo
La FVL è lieta di comunicare la pubblicazione del secondo volume della propria collana “A òpra. Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro”, a cura di Pietro Causarano:
Il lavoro fa la storia. Scenari fiorentini tra XX e XXI secolo
Il volume è figlio di due esperienze diverse per origine e collocazione temporale, ma convergenti nella delimitazione dei temi. Da una parte, la riflessione sulla originale vicenda culturale e scientifica dell’Associazione Biondi-Bartolini e sulla figura di Luigi “Gigi” Falossi (1937-2012), operaio, sindacalista e insieme intellettuale e organizzatore di memoria e ricerca storica sul lavoro. Dall’altra parte i risultati – pubblicati in occasione del 130° della Camera del lavoro di Firenze – di una ricerca svolta da Silvia Pizzirani fra 2022-23 sulla Cgil fiorentina negli anni Ottanta, un decennio poco coltivato eppure decisivo nelle vicende del lavoro toscano e nella storia recente del sindacato. Chiudono il volume una serie di commenti attinenti alle parti monografiche e un contributo di Elena Zanchi sugli archivi della Confederterra toscana.
Indice:
Presentazione
Pietro Causarano
130° della Camera del lavoro di Firenze
Il sindacato delle persone. La Camera del Lavoro di Firenze durante gli anni Ottanta
Silvia Pizzirani
Luigi “Gigi” Falossi, operaio e intellettuale sempre curioso
Intervistare con Gigi Falossi
Giovanni Contini
Gigi Falossi: compagno di idee, amico di vita
Paolo Giovannini
Autonomia, democrazia e unità: i nodi della rappresentanza sindacale
Fabrizio Loreto
Identità e culture sindacali
Gian Primo Cella
La salute e la sicurezza dei lavoratori nelle opere e nei giorni di Gigi Falossi
Francesco Carnevale
Una storia non comune. Memoria del lavoro e storia dei lavoratori in Toscana (e non solo) all’inizio del nuovo secolo
Pietro Causarano
Il futuro… realizzare l’idea di Gigi
Stefano Bartolini, Stefano Gallo
Documenti
Ipotesi di progetto per una Fondazione per la storia della classe operaia e del movimento operaio e sindacale nella provincia di Firenze nel secondo dopoguerra (marzo 2000)
Associazione Biondi-Bartolini
Breve storia dell’associazione Biondi-Bartolini e resoconto delle attività svolte (dicembre 2010)
Luigi Falossi
Dalle carte all’ente culturale. Dieci anni di attività della Fondazione Valore Lavoro (agosto 2021)
Fondazione Valore Lavoro
Fonti
La memoria dei sindacati della terra tra “vecchie-nuove” carte e applicativi digitali: il caso degli «Archivi della Confederterra Toscana»
Elena Zanchi
L’archivio delle rappresentanze sindacali del Nuovo Pignone di Firenze on-line grazie al bando del Ministero della cultura, Direzione generale archivi
La FIOM di Firenze, Prato e Pistoia ha ottenuto un finanziamento da parte del Ministero della cultura, Direzione generali archivi, attraverso il bando pubblico per interventi sugli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori (Legge 205/2017) per un’azione finalizzata alla descrizione e pubblicazione online sul portale storialavorotoscana.it dell’inventario dell’archivio delle rappresentanze sindacali aziendali dell’azienda Nuovo Pignone Baker Hughes di Firenze, conservato presso la sezione aziendale della FIOM con materiali che partono dal 1964 e arrivano fino a oggi e relativi alla Commissione interna, al Consiglio di fabbrica e alle Rappresentanze sindacali unitarie (RSU).
L’intervento è affidato alla Dott.sa Mariamargherita Scotti, archivista di lunga esperienza.
L’assistenza scientifica e strumentale verrà fornita dalla Fondazione Valore Lavoro ed è stato insediato un Comitato scientifico per garantire lo svolgimento del progetto composto da Stefano Bartolini, direttore Fondazione Valore Lavoro, Pietro Causarano, università di Firenze e Tommaso Cerusici, responsabile archivio storico FIOM nazionale.
Per Bartolini si tratta di «un’importante occasione, che rafforza la raccolta degli archivi del lavoro toscani sul portale della Fondazione Valore Lavoro e apre le porte a sviluppi sia sul piano della ricerca storica che delle attività di Public History da realizzare direttamente con chi oggi lavora alla Nuova Pignone».
Per il Segretario Generale della FIOM Toscana e Coordinatore nazionale FIOM del gruppo Nuovo Pignone Baker Hughes Daniele Calosi è «un grande riconoscimento dell’impegno dei lavoratori nella salvaguardia della propria memoria storica e della serietà con cui è stato salvaguardato l’archivio e costruito un progetto culturale per la valorizzazione della storia operaia della Pignone».
La documentazione (91 buste per circa 8 metri lineari) è stata già in gran parte ordinata dai lavoratori nel corso del tempo. Da un punto di vista qualitativo i materiali sono riferibili a: accordi sindacali; verbali di riunioni, incontri, trattative; assemblee sindacali; relazioni; appunti; elenchi componenti Commissione interna, Consiglio di fabbrica, RSU; permessi sindacali; tabelle sulla forza lavoro aziendale; studi e analisi; fonderia del Pignone; appalti; lavoro interinale e in somministrazione; commesse estere; accordi per le trasferte dei lavoratori; corrispondenze; volantini; documentazione sull’attività delle organizzazioni sindacali interne ed esterne all’azienda; rassegne stampa; comunicati stampa; corsi e formazione; 150 ore e diritto allo studio; salute e sicurezza; ambiente di lavoro; infortuni; morti sul lavoro; infermeria e poliambulatorio interno; protocolli sanitari e per l’emergenza Covid; Sanità e welfare integrativi; convenzioni con la banca interna e con la Cassa di risparmio di Firenze; fondi pensionistici; documentazione sulla privatizzazione dell’azienda; attività per il 25 aprile in fabbrica; cerimonia alla lapide interna alla fabbrica in ricordo dei 4 lavoratori deportati in Germania a seguito dello sciopero del 1944; attività politica sui temi della pace, internazionali, terrorismo e antifascismo; attività delle sezioni dei partiti interne all’azienda; attività sociali nel territorio (casa, senza tetto, case di riposo ecc…); attività solidali (volontari in Irpinia ecc…); censimento dello stato dell’archivio nel 1983; mostra sulla storia della Pignone nel 1983.